Malawi. Bruco di Saturnia: Common Emperor, Bunaea alcinoe

malawi-common-emperor-guide-on-safariMalawi. Bruco di Saturnia: Common Emperor, Bunaea alcinoe 

Un saturnide del Malawi: Bunaea alcinoe (Stoll, 1780)

 

Malawi. Lilongwe. Un bruco di grandi dimensioni, anche 20 cm, caratterizzato da un colore nero predominante con macchie rosse e arancioni e delle “spine” bianche lunghissime!

Trovare questi esemplari su un albero di mango nel pieno centro città, a Lilongwe, è stata una sorpresa inaspettata, segno che la natura continua a fare il suo corso!

Raggiunta la sua massima età, il bruco tesse un grosso bozzolo al cui interno avviene la ninfosi. Trascorrerà un periodo sotto forma di crisalide, dopodiché sfarfallerà l’adulto.

La falena avrà sulle ali delle decorazioni a forma di occhi, dello stesso colore delle macchie del bruco, per sorprendere il predatore e/o deviarne gli attacchi lontano dalle parti vitali.

 

 

 

Giraffa: il “necking” tra maschi!

La giraffa (Giraffa camelopardalis) è un mammifero artiodattilo endemico del continente africano. Artiodattilo: con “gli zoccoli pari”, quante volte l’ho detto in safari? Il suo nome, giraffa, deriva dall’arabo zarafah (زرافة) che significa “colei che cammina veloce”.

Ora, senza dilungarmi troppo in tecnicismi inutili, già succede in safari, provo a sintetizzare. Vi ricordate una delle maggiori differenze tra maschio e femmina? No? Guardate le corna (ossiconi), le femmine hanno un ciuffo sulla cima, i maschi sono glabri. Perchè? Perchè i maschi  usano il collo come armi nei combattimenti e si spelano le corna!

Questo comportamento è chiamato “Necking” e viene utilizzato per stabilire una posizione dominante, una sorta di gerarchia per un maggiore successo sulle femmine. In questo modo si riproducono e diffondono solo i geni migliori! I colli sono inoltre più lunghi e pesanti nei maschi che nelle femmine.

Questo rituale rimane uno dei comportamenti più affascinanti del mondo animale! © Stefano Pesarelli

Il falco giocoliere. Trovare una sua piuma? Impossibile!

Il falco giocoliere. Trovare una sua penna? Impossibile safari africa guida field guide malawi zambia tanzania mozambico

BATELEUR (Terathopius ecaudatus) – PHUNGU (Chichewa) – Falco Giocoliere

Il falco giocoliere. Trovare una sua piuma? Impossibile!

Il Falco Giocoliere, è conosciuto localmente come Phungu, in Malawi, mentre il suo nome scientifico Terathopius deriva dal greco “teras, teratos” meraviglia, sorpresa improvvisa e ecaudatus in latino letteralmente senza coda. “Bateleur” inoltre in francese significa “funambolo”. Se uniamo tutte queste descrizioni e lo osserviamo in volo è facile notare la sua “fatica” nel volteggiare. Pare essere sempre in  equilibrio precario. D’altronde provate voi a volare senza coda!

E’ un rapace di medie dimensioni, ampiamente distribuito in Malawi e in Africa in generale. Proprio per la sua caratteristica di “funambolo”, si è ritagliato nel corso dell’evoluzione, un habitat particolare nella catena alimentare. Il volo a basse quote, radente sulle cime delle foreste, legato alla leggendaria vista, gli permette di essere il primo a scoprire le carcasse, soprattutto delle piccole antilopi poste sugli alberi, catturate dai leopardi. Se siete in safari, a caccia di felini, prestate prima attenzione al volo del Falco Giocoliere e poi solo successivamente agli avvoltoi.

La dieta è a base di piccoli mammiferi, rettili, insetti, ma anche altri uccelli. Trascorre l’80% del tempo in volo e può coprire un raggio di 320 km in un solo giorno! Maschio o femmina? Basta guardare la banda nera sulle ali posteriori durante il volo. Nella femmina è sottile, nel maschio molto più ampia. Con la testa nera e un becco rosso fuoco, vi emozionerà osservarlo con il binocolo! Un altro degli aspetti interessanti è il lento passaggio verso l’età adulta, ci vogliono circa 7-8 anni per un piumaggio completo. Vive come molti rapaci fino a 25 anni, a volte 30.

La stagione riproduttiva varia a seconda della regione. In Africa meridionale, è da dicembre ad agosto. Le coppie difendono i loro territori da altri Falchi giocolieri e costruiscono un nido su un albero spesso vicino ad un fiume. Depongono un solo uovo, al contrario di altri rapaci, che viene incubato dalla femmina per 52 a 59 giorni, mentre il maschio protegge il nido e rifornisce di cibo la famiglia.

C’è un vecchio detto in Malawi: “Phungu Sataya nthenga”. Che significa “Il falco perde raramente una penna”. Questo perché le persone che camminano nelle foreste e in altri luoghi in cui il Falco Giocoliere si trova, difficilmente sono stati in grado di raccogliere una sua penna. Trovarla porta davvero fortuna. Un altro aspetto curioso di questa espressione in Malawi, ma anche in ZImbabwe, Zambia o Tanzania dove l’uccello è chiamato “Chapungu”, è per riferirsi ad una persona avara. Qualcuno che tiene tutto per se e non ama condividere nulla viene chiamato  “Phungu”!

Mulanje: aiuto, serve un botanico!

BauhiniaMulanje: aiuto, serve un botanico!

Alcuni alberi fioriti in giardino, un binocolo, tanti libri e un sacco di pazienza…ma dopo due giorni sono ancora fermo al genere!

Identificare la foglia è stato facile: la sua forma a impronta di cammello mi ha portato sulla buona strada. Il genere Bauhinia è presente in Africa con diverse specie e così ho iniziato a raccogliere foglie, petali e semi per risalire alla specie.

Le dimensioni dei semi però non corrispondono, i colori dei fiori nemmeno e così ad oggi mi sono arenato con la certezza che questi alberi sono stati piantati in questo (che è uno dei giardini più antichi del Malawi) tanto tempo fa, sono esotici, originari dell’Asia e, in buona sostanza, ornamentali.

D’altronde non ho mai visto in safari questo albero. Posso solo supporre essere la Bauhinia purpurea, con i fiori rosa e la Bauhinia variegata con i fiori bianchi! L’unica pianta indigena presente in giardino è la Bauhinia tormentosa con dei bellissimi fiori gialli!

Dimenticavo: la Bauhinia è anche chiamata “albero orchidea” e in inglese “Camel Foot”. Il suo nome, Bauhinia, è un omaggio ai due botanici naturalisti Johann e Gaspard Bauhin.

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Mulanje orchid: Polystachya tessellata, orchidea dal Malawi

Polystachya tessellata

Quando Teofrasto, filosofo greco discepolo di Aristotele, scrisse il primo trattato sistematico Storia delle piante (Περὶ Φυτῶν Ιστορίας) ne descrisse alcune con due bulbi rotondi sulla base delle radici. Vista la somiglianza con i testicoli dell’uomo, Teofrasto le chiamò “Orchis”, (in greco “testicoli”) da cui il nome “orchidee”.

Questi “organi”, definiti pseudo-bulbi, vengono utilizzati dalle orchidee, soprattutto in quelle epifite (che cioè vivono su altre piante) per immagazzinare acqua e elementi nutritivi utili per la sopravvivenza in periodi di carenza di umidità.

La Polystachya tessellata è sicuramente l’orchidea più diffusa del genere Polystachya, diffusa in Africa dalle regioni umide della Liberia alle foreste del Sudafrica. Il nome deriva dal greco polys (molto) e stàchys (spiga), per via delle numerose piccole infiorescenze che produce. In Malawi, questa orchidea è confinata nelle boscaglie di Zomba, sugli altopiani di Vipya e nelle foreste tropicali di Mulanje.

Anche se normalmente è ospitata e associata a piante indigene, io ho avuto la fortuna di vederla fiorire su una Jacaranda per tutto il mese di marzo.

I Chewa la chiamano anche Mwanawamphepo (letteralmente medicina) ed è l’unica orchidea i cui petali, in infusione, vengono usati nella medicina tradizionale malawiana per la cura dei dolori di stomaco.