Mulanje: la scouting camera cattura un eccezionale Mozambique Galago.

Galagoides granti Mozambique Galago

MALAWI, Mulanje. Qualche giorno fa abbiamo riposizionato le fotocamere in foresta. Abbiamo cercato qualche spazio aperto, ipotizzato avvistamenti importanti e sognato qualche sorpresa. Ha piovuto, ma comunque le scouting camera ne sono uscite del tutto indenni. Giusto il tempo di recuperare le schede, farne il download e cosa compare stamattina sullo schermo? Wow! Un Mozambique Galago, Galagoides granti.

Una notte di novembre lo avevamo sentito, illuminato con la torcia, ma fuggì. E’ un primate notturno e solitario. Di giorno è quasi impossibile avvistarlo, si nasconde lontano dai predatori sulla cima di qualche albero, in qualche cavità a dormire.

Insettivoro e frugivoro trascorre la notte alla ricerca di cibo saltando da un albero all’altro. Gli anglosassoni li chiamano Bushbabies per via dei loro versi lamentosi che assomigliano a quelli di un bimbo che piange!

Mozambique Galago Mozambique Galago

Gonimbrasia rectilineata (Malawi)

Gonimbrasia rectilineata (Malawi)

Gonimbrasia rectilineata (Malawi)

Gonimbrasia rectilineata (MALAWI) 

Classe: Insecta
Ordine: Lepidoptera
Famiglia: Saturnidae
Genere: Gonimbrasia
Specie: Gonimbrasia rectilineata
(Sonthonnas 1899)

 In Malawi vivono 760 specie di falene, creature alate notturne dalla spettacolare bellezza.

Appartengono al vasto ordine dei Lepidotteri (dal greco antico λεπις (lepis): “squama”, scaglia o fiocco e πτερόν (pteron): ala.

Si sono separati dalla linea evolutiva degli altri insetti, creando almeno tre magnifiche invenzioni: le scaglie, i colori e gli schemi geometrici.

La facilità con cui le scaglie si staccano permettono a questi animali di liberarsi facilmente da ragnatele o altre trappole pericolose.

I colori, come negli uccelli, dipendono sia dai pigmenti sia al risultato del modo in cui le scaglie riflettono o assorbono la luce.

I disegni invece hanno un ruolo fondamentale nel confondere i predatori.

Nella Gonimbrasia rectilineata, che arriva anche fino a 12 cm di apertura alare, così come in molte altre specie, le macchie servono tendenzialmente per attrarre l’attenzione dei predatori verso il margine esterno dell’ala, lontano dalla vulnerabile parte principale del corpo.

Gli schemi geometrici delle ali iniziarono ad essere compresi dagli studiosi più di 150 anni fa, quando nel 1859, Henry Walter Bates, lasciata dopo 11 anni la giungla dell’Amazzonia verso l’Inghilterra, scoprì quella che egli chiamò “somiglianza per analogia” o “mimetismo” e che ancora oggi è conosciuto come “mimetismo batesiano”: quando una specie non ha alcuna possibilità di successo contro un predatore, sfrutta la sua somiglianza con una specie che vive nello stesso territorio arrivando ad imitarne colorazione, schemi geometrici e comportamenti, aumentando in questo modo la propria possibilità di salvezza.

Le femmine di Gonimbrasia rectilineata depongono le uova generalmente sui Sugar Plum (Uapaca kirkiana) e sui salici (Salix) in modo che il bruco abbia un buon sostentamento nutritivo durante la crescita.

In Zambia e in Repubblica Democratica del Congo, rimane uno degli insetti più ambiti dalle popolazioni locali insieme al “famoso” bruco del Mopane (Imbrasia belina); secondo la FAO (Food and Agricultural Organization) i bruchi sono una buona risorsa alimentare perchè contengono un’alta percentuale di ferro, vitamina B, potassio, calcio, magnesio e zinco. © Stefano Pesarelli

Streghe della notte: la Civetta Pescatrice di Pel

Civetta Pescatrice di Pel

Civetta Pescatrice di Pel

Streghe della notte

…come la civetta quando un giorno compare.” (tratto dall’Enrico VI di Shakespeare – Parte III, atto V, scena IV)

Quando il Duca di Somerset, dopo il discorso della regina Margherita, incoraggia all’ennesima battaglia il Casato dei Lancaster contro il Casato degli York, tuonando: “E chi non vuole combattere per una tale speranza vada a casa e a letto e se si alza, sia oggetto di scherno e di meraviglia come la civetta quando di giorno compare”, di sicuro non pensava alla Civetta Pescatrice di Pel, ma la storia e la letteratura offrono da millenni un quadro curioso del rapporto tra l’uomo e questi rapaci notturni.

Leonardo Sciascia, nel suo celebre “Il giorno della civetta” alludendo proprio a Shakespeare e all’ambiguità della civetta, costruisce un intero romanzo sulla metafora tra il giorno e la notte e la spietata lotta tra mafia e Stato.

Nell’antica Roma le civette erano temute, le troviamo negli scritti di Plauto e Plinio, nella Metamorfosi di Publio Ovido Nasone, il poema epico-mitologico, Ascalafo viene punito e tramutato in civetta, icona negativa, dopo aver divulgato il peccato di Proserpina che aveva mangiato di nascosto un melograno. Gli Egizi le associavano alla morte, al freddo e in Grecia erano venerate perchè sacre alla Dea della saggezza Athena, figlia di Zeus che le considerava sagge e intelligenti perchè vedevano nel buio. L’effige della civetta compariva in molte monete ateniensi ed attualmente, di nuovo, sulla moneta greca da un euro.

In gran parte del Continente africano gufi e civette sono temuti e spesso accumunati a presagi e credenze mistiche o a proverbi annunciatori: “Chi trova le uova del gufo diventa presto ricco”, recita un proverbio Masai.

Per iniziare a conoscere la Civetta Pescatrice di Pel, bisogna ancora fare un salto nella storia dell’Ottocento, negli anni delle grandi esplorazioni del Far West americano e dell’uscita de “I Promessi Sposi”, del viaggio di Charles Darwin intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, quando in Italia il biologo francese Carlo Luciano Bonaparte, nipote di Napoleone, fonda insieme ad un gruppo di scienziati italiani, a Pisa, la “Società italiana per il progresso delle scienze”.

E’ il 1850 e Carlo Luciano Bonaparte, ornitologo di fama mondiale, classifica scientificamente per la prima volta, nel suo Conspectus Generum Avium, questa meravigliosa civetta africana in onore del governatore olandese della Gold Coast, l’attuale Ghana, Hendrik Severinus Pel che la scoprì e la documentò accuratamente nella sua ampia collezione zoologica di animali provenienti dalle regioni africane della costa ovest.

Come la maggior parte degli Strigiformes, “uccelli dalla forma di strega” anche la civetta di Pel diviene attiva al calare della notte. Si alza in volo dal suo nascondiglio tra le fronde degli alberi, vola radente su uno specchio d’acqua, individua la preda e l’attacca con i suoi grandi artigli, tornando tra gli alberi per consumare il pasto, iniziando dalla testa. Vista la sua enorme dimensione, che può arrivare anche a 61 centimetri, con una apertura alare di 150 cm ed un peso di oltre 2 kg., questa civetta si deve nutrire di prede abbastanza grandi, pesci, generalmente tilapie, lucci e pesci gatto, rane e addirittura piccoli coccodrilli.

Non è ancora molto chiaro come possa localizzare la preda sott’acqua nel cuore della notte. Non possiede sui margini delle primarie le caratteristiche barbe sfrangiate tipiche dei rapaci notturni che li rendono silenziosi in volo, forse perchè un tuffo senza rumore non è necessario. Non sfrutta a pieno al posizione asimmetrica delle aperture auricolari, classiche di tutti i gufi e civette per captare anche il minimo suono perchè, forse, per pescare, utilizza quasi sempre la vista.

Senza un evidente dimorfismo sessuale, la colorazione del piumaggio assume un colore marrone sul dorso ed un marroncino lievemente più chiaro sul petto. Le penne timoniere sono molto lunghe; il disco facciale più piccolo in proporzione della taglia ed è provvista di artigli molto grandi adatti alla pesca e alle prede viscide.
Il periodo riproduttivo dipende dalla regione in cui vive, ma generalmente va da aprile a giugno. Il nido è la cavità di un albero vicino ad uno specchio d’acqua o l’enorme nido abbandonato di un Hamerkop, dove la femmina depone 2 uova bianche. Solo uno dei due nascituri rimarrà in vita e verrà allevato da entrambi i sessi per 6-9 mesi. La Civetta pescatrice di Pel anche se diffusa in tutta l’Africa sub-sahariana è un rapace molto schivo che difficilmente si riesce ad avvistare. Predilige macchie di foreste vicino a specchi d’acqua profondi, ma sempre ben nascosti e isolati. Anche se non si conosce con esattezza l’esatto numero di esemplari, la deforestazione, l’inquinamento dei fiumi e il degrado dei terreni boscosi in riva agli stessi, l’hanno inserita nella lista rossa dell’IUCN tra le specie davvero a rischio.

Ho avuto la fortuna di avvistare e fotografare la Civetta pescatrice di Pel, dopo molti anni di safari, nei parchi nazionali del South Luangwa, del Lower Zambesi in Zambia  e del Liwonde in Malawi. Ricordo la gioia di questa rara apparizione, sebbene a volte non del tutto compresa dai miei ospiti. Il mio pensiero è subito andato a Hendrik Severinus Pel e mi sono chiesto come l’avesse incontrata, catturata e classificata, chissà che stupore poterla ammirare, magari sul fiume Volta o nell’estuario sulla costa!

Seppure le mie foto non siano così soddisfacenti, porto con me l’emozione di quegli incontri e la certezza che sia stato quanto di più entusiasmante abbia visto in un safari. [leggi l’intero articolo su 34Parallelo.com]

Diario degli avvistamenti: 4 Falchi amurensis rientrano in Siberia a nidificare.

4 Falco amurensis rientrano in Siberia a nidificare

4 Falco amurensis rientrano in Siberia a nidificare

Diario degli avvistamenti: Mulanje, MALAWI (Central Africa)

Sorprendere 4 Falchi dell’Amur (Falco amurensis) intenti a cacciare termiti sulla rotta di rientro in Siberia dopo aver svernato quaggiù, è stato uno dei momenti più interessanti della giornata.

Arrivederci al prossimo anno!

www.birdlife.org

Anastomus lamelligerus lamelligerus

openbill

Anastomus lamelligerus lamelligerus

Famiglia: Ciconiidae

Genere: Anastomus

Specie: Anastomus lamelligerus lamelligerus

Nome comune: Cicogna beccoaperto o Anastomo – Open-bill stork

Status: rischio minimo – 81-94 cm

Questo uccello dell’ordine dei CICONIIFORMES (Ordine di uccelli trampolieri con becchi molto robusti e lunghi, zampe affusolate, lunghe e code relativamente brevi. Abitano le zone lacustre, i laghi, gli acquitrini e la dieta principale è a base di piccoli rettili, insetti, anfibi e molluschi. Gregari, nidificano sugli alberi e si spostano in stormi giganteschi. In Africa sono presenti 8 specie differenti) è presente in tutto il continente africano ad eccezione della fascia meridionale e orientale che comprende una parte del Sudafrica, della Namibia e dello Zimbabwe. Vive in zone paludose, stagni e rive di laghi. Deve il suo nome dalla particolare conformazione del becco, adatto a estrarre la carne di lumache e bivalvi (Coelatura massambicensis) a volte senza nemmeno rompere il guscio. Si aggira nelle paludi sondando il fango con il becco, una volta individuata la preda, con il becco recide il muscolo che collega la lumaca al guscio anche scuotendo vigorosamente la testa. Altre volte raccoglie fino a 50 o 60 bivalvi e li distribuisce sulla spiaggia, lasciando al sole il compito di aprirli per poi tornare e cibarsene.

Piumaggio marrone-bluastro, zampe scure e becco grigio-giallo scuro.

Gregario e monogamo è facile osservare intere colonie, anche di 170 coppie, che volteggiano in cielo alla ricerca di nuovi spazi d’acqua. Nidifica in prossimità di acquitrini sui rami più alti degli alberi occupando vecchi nidi già utilizzati. La femmina depone fino a 6 uova in un nido costruito da entrambi i partner con erba, radici e piante acquatiche come Echinochloa, Phragmites e Polygonum senegalense. L’incubazione è di 21-30 giorni e i pulcini vengono alimentati fino al 42° giorno di vita. Lasciano il nido a circa 50-55 giorni di età.

Esiste una sottospecie endemica del Madagascar di cicogna becco aperto, classificata come Anastomus lamelligerus madascariensis.  © Stefano Pesarelli