Mulanje: aiuto, serve un botanico!

BauhiniaMulanje: aiuto, serve un botanico!

Alcuni alberi fioriti in giardino, un binocolo, tanti libri e un sacco di pazienza…ma dopo due giorni sono ancora fermo al genere!

Identificare la foglia è stato facile: la sua forma a impronta di cammello mi ha portato sulla buona strada. Il genere Bauhinia è presente in Africa con diverse specie e così ho iniziato a raccogliere foglie, petali e semi per risalire alla specie.

Le dimensioni dei semi però non corrispondono, i colori dei fiori nemmeno e così ad oggi mi sono arenato con la certezza che questi alberi sono stati piantati in questo (che è uno dei giardini più antichi del Malawi) tanto tempo fa, sono esotici, originari dell’Asia e, in buona sostanza, ornamentali.

D’altronde non ho mai visto in safari questo albero. Posso solo supporre essere la Bauhinia purpurea, con i fiori rosa e la Bauhinia variegata con i fiori bianchi! L’unica pianta indigena presente in giardino è la Bauhinia tormentosa con dei bellissimi fiori gialli!

Dimenticavo: la Bauhinia è anche chiamata “albero orchidea” e in inglese “Camel Foot”. Il suo nome, Bauhinia, è un omaggio ai due botanici naturalisti Johann e Gaspard Bauhin.

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Mulanje orchid: Polystachya tessellata, orchidea dal Malawi

Polystachya tessellata

Quando Teofrasto, filosofo greco discepolo di Aristotele, scrisse il primo trattato sistematico Storia delle piante (Περὶ Φυτῶν Ιστορίας) ne descrisse alcune con due bulbi rotondi sulla base delle radici. Vista la somiglianza con i testicoli dell’uomo, Teofrasto le chiamò “Orchis”, (in greco “testicoli”) da cui il nome “orchidee”.

Questi “organi”, definiti pseudo-bulbi, vengono utilizzati dalle orchidee, soprattutto in quelle epifite (che cioè vivono su altre piante) per immagazzinare acqua e elementi nutritivi utili per la sopravvivenza in periodi di carenza di umidità.

La Polystachya tessellata è sicuramente l’orchidea più diffusa del genere Polystachya, diffusa in Africa dalle regioni umide della Liberia alle foreste del Sudafrica. Il nome deriva dal greco polys (molto) e stàchys (spiga), per via delle numerose piccole infiorescenze che produce. In Malawi, questa orchidea è confinata nelle boscaglie di Zomba, sugli altopiani di Vipya e nelle foreste tropicali di Mulanje.

Anche se normalmente è ospitata e associata a piante indigene, io ho avuto la fortuna di vederla fiorire su una Jacaranda per tutto il mese di marzo.

I Chewa la chiamano anche Mwanawamphepo (letteralmente medicina) ed è l’unica orchidea i cui petali, in infusione, vengono usati nella medicina tradizionale malawiana per la cura dei dolori di stomaco.

Mulanje: la scouting camera cattura un eccezionale Mozambique Galago.

Galagoides granti Mozambique Galago

MALAWI, Mulanje. Qualche giorno fa abbiamo riposizionato le fotocamere in foresta. Abbiamo cercato qualche spazio aperto, ipotizzato avvistamenti importanti e sognato qualche sorpresa. Ha piovuto, ma comunque le scouting camera ne sono uscite del tutto indenni. Giusto il tempo di recuperare le schede, farne il download e cosa compare stamattina sullo schermo? Wow! Un Mozambique Galago, Galagoides granti.

Una notte di novembre lo avevamo sentito, illuminato con la torcia, ma fuggì. E’ un primate notturno e solitario. Di giorno è quasi impossibile avvistarlo, si nasconde lontano dai predatori sulla cima di qualche albero, in qualche cavità a dormire.

Insettivoro e frugivoro trascorre la notte alla ricerca di cibo saltando da un albero all’altro. Gli anglosassoni li chiamano Bushbabies per via dei loro versi lamentosi che assomigliano a quelli di un bimbo che piange!

Mozambique Galago Mozambique Galago

Gonimbrasia rectilineata (Malawi)

Gonimbrasia rectilineata (Malawi)

Gonimbrasia rectilineata (Malawi)

Gonimbrasia rectilineata (MALAWI) 

Classe: Insecta
Ordine: Lepidoptera
Famiglia: Saturnidae
Genere: Gonimbrasia
Specie: Gonimbrasia rectilineata
(Sonthonnas 1899)

 In Malawi vivono 760 specie di falene, creature alate notturne dalla spettacolare bellezza.

Appartengono al vasto ordine dei Lepidotteri (dal greco antico λεπις (lepis): “squama”, scaglia o fiocco e πτερόν (pteron): ala.

Si sono separati dalla linea evolutiva degli altri insetti, creando almeno tre magnifiche invenzioni: le scaglie, i colori e gli schemi geometrici.

La facilità con cui le scaglie si staccano permettono a questi animali di liberarsi facilmente da ragnatele o altre trappole pericolose.

I colori, come negli uccelli, dipendono sia dai pigmenti sia al risultato del modo in cui le scaglie riflettono o assorbono la luce.

I disegni invece hanno un ruolo fondamentale nel confondere i predatori.

Nella Gonimbrasia rectilineata, che arriva anche fino a 12 cm di apertura alare, così come in molte altre specie, le macchie servono tendenzialmente per attrarre l’attenzione dei predatori verso il margine esterno dell’ala, lontano dalla vulnerabile parte principale del corpo.

Gli schemi geometrici delle ali iniziarono ad essere compresi dagli studiosi più di 150 anni fa, quando nel 1859, Henry Walter Bates, lasciata dopo 11 anni la giungla dell’Amazzonia verso l’Inghilterra, scoprì quella che egli chiamò “somiglianza per analogia” o “mimetismo” e che ancora oggi è conosciuto come “mimetismo batesiano”: quando una specie non ha alcuna possibilità di successo contro un predatore, sfrutta la sua somiglianza con una specie che vive nello stesso territorio arrivando ad imitarne colorazione, schemi geometrici e comportamenti, aumentando in questo modo la propria possibilità di salvezza.

Le femmine di Gonimbrasia rectilineata depongono le uova generalmente sui Sugar Plum (Uapaca kirkiana) e sui salici (Salix) in modo che il bruco abbia un buon sostentamento nutritivo durante la crescita.

In Zambia e in Repubblica Democratica del Congo, rimane uno degli insetti più ambiti dalle popolazioni locali insieme al “famoso” bruco del Mopane (Imbrasia belina); secondo la FAO (Food and Agricultural Organization) i bruchi sono una buona risorsa alimentare perchè contengono un’alta percentuale di ferro, vitamina B, potassio, calcio, magnesio e zinco. © Stefano Pesarelli

Diario degli avvistamenti: 4 Falchi amurensis rientrano in Siberia a nidificare.

4 Falco amurensis rientrano in Siberia a nidificare

4 Falco amurensis rientrano in Siberia a nidificare

Diario degli avvistamenti: Mulanje, MALAWI (Central Africa)

Sorprendere 4 Falchi dell’Amur (Falco amurensis) intenti a cacciare termiti sulla rotta di rientro in Siberia dopo aver svernato quaggiù, è stato uno dei momenti più interessanti della giornata.

Arrivederci al prossimo anno!

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