Streghe della notte: la Civetta Pescatrice di Pel

Civetta Pescatrice di Pel

Civetta Pescatrice di Pel

Streghe della notte

…come la civetta quando un giorno compare.” (tratto dall’Enrico VI di Shakespeare – Parte III, atto V, scena IV)

Quando il Duca di Somerset, dopo il discorso della regina Margherita, incoraggia all’ennesima battaglia il Casato dei Lancaster contro il Casato degli York, tuonando: “E chi non vuole combattere per una tale speranza vada a casa e a letto e se si alza, sia oggetto di scherno e di meraviglia come la civetta quando di giorno compare”, di sicuro non pensava alla Civetta Pescatrice di Pel, ma la storia e la letteratura offrono da millenni un quadro curioso del rapporto tra l’uomo e questi rapaci notturni.

Leonardo Sciascia, nel suo celebre “Il giorno della civetta” alludendo proprio a Shakespeare e all’ambiguità della civetta, costruisce un intero romanzo sulla metafora tra il giorno e la notte e la spietata lotta tra mafia e Stato.

Nell’antica Roma le civette erano temute, le troviamo negli scritti di Plauto e Plinio, nella Metamorfosi di Publio Ovido Nasone, il poema epico-mitologico, Ascalafo viene punito e tramutato in civetta, icona negativa, dopo aver divulgato il peccato di Proserpina che aveva mangiato di nascosto un melograno. Gli Egizi le associavano alla morte, al freddo e in Grecia erano venerate perchè sacre alla Dea della saggezza Athena, figlia di Zeus che le considerava sagge e intelligenti perchè vedevano nel buio. L’effige della civetta compariva in molte monete ateniensi ed attualmente, di nuovo, sulla moneta greca da un euro.

In gran parte del Continente africano gufi e civette sono temuti e spesso accumunati a presagi e credenze mistiche o a proverbi annunciatori: “Chi trova le uova del gufo diventa presto ricco”, recita un proverbio Masai.

Per iniziare a conoscere la Civetta Pescatrice di Pel, bisogna ancora fare un salto nella storia dell’Ottocento, negli anni delle grandi esplorazioni del Far West americano e dell’uscita de “I Promessi Sposi”, del viaggio di Charles Darwin intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, quando in Italia il biologo francese Carlo Luciano Bonaparte, nipote di Napoleone, fonda insieme ad un gruppo di scienziati italiani, a Pisa, la “Società italiana per il progresso delle scienze”.

E’ il 1850 e Carlo Luciano Bonaparte, ornitologo di fama mondiale, classifica scientificamente per la prima volta, nel suo Conspectus Generum Avium, questa meravigliosa civetta africana in onore del governatore olandese della Gold Coast, l’attuale Ghana, Hendrik Severinus Pel che la scoprì e la documentò accuratamente nella sua ampia collezione zoologica di animali provenienti dalle regioni africane della costa ovest.

Come la maggior parte degli Strigiformes, “uccelli dalla forma di strega” anche la civetta di Pel diviene attiva al calare della notte. Si alza in volo dal suo nascondiglio tra le fronde degli alberi, vola radente su uno specchio d’acqua, individua la preda e l’attacca con i suoi grandi artigli, tornando tra gli alberi per consumare il pasto, iniziando dalla testa. Vista la sua enorme dimensione, che può arrivare anche a 61 centimetri, con una apertura alare di 150 cm ed un peso di oltre 2 kg., questa civetta si deve nutrire di prede abbastanza grandi, pesci, generalmente tilapie, lucci e pesci gatto, rane e addirittura piccoli coccodrilli.

Non è ancora molto chiaro come possa localizzare la preda sott’acqua nel cuore della notte. Non possiede sui margini delle primarie le caratteristiche barbe sfrangiate tipiche dei rapaci notturni che li rendono silenziosi in volo, forse perchè un tuffo senza rumore non è necessario. Non sfrutta a pieno al posizione asimmetrica delle aperture auricolari, classiche di tutti i gufi e civette per captare anche il minimo suono perchè, forse, per pescare, utilizza quasi sempre la vista.

Senza un evidente dimorfismo sessuale, la colorazione del piumaggio assume un colore marrone sul dorso ed un marroncino lievemente più chiaro sul petto. Le penne timoniere sono molto lunghe; il disco facciale più piccolo in proporzione della taglia ed è provvista di artigli molto grandi adatti alla pesca e alle prede viscide.
Il periodo riproduttivo dipende dalla regione in cui vive, ma generalmente va da aprile a giugno. Il nido è la cavità di un albero vicino ad uno specchio d’acqua o l’enorme nido abbandonato di un Hamerkop, dove la femmina depone 2 uova bianche. Solo uno dei due nascituri rimarrà in vita e verrà allevato da entrambi i sessi per 6-9 mesi. La Civetta pescatrice di Pel anche se diffusa in tutta l’Africa sub-sahariana è un rapace molto schivo che difficilmente si riesce ad avvistare. Predilige macchie di foreste vicino a specchi d’acqua profondi, ma sempre ben nascosti e isolati. Anche se non si conosce con esattezza l’esatto numero di esemplari, la deforestazione, l’inquinamento dei fiumi e il degrado dei terreni boscosi in riva agli stessi, l’hanno inserita nella lista rossa dell’IUCN tra le specie davvero a rischio.

Ho avuto la fortuna di avvistare e fotografare la Civetta pescatrice di Pel, dopo molti anni di safari, nei parchi nazionali del South Luangwa, del Lower Zambesi in Zambia  e del Liwonde in Malawi. Ricordo la gioia di questa rara apparizione, sebbene a volte non del tutto compresa dai miei ospiti. Il mio pensiero è subito andato a Hendrik Severinus Pel e mi sono chiesto come l’avesse incontrata, catturata e classificata, chissà che stupore poterla ammirare, magari sul fiume Volta o nell’estuario sulla costa!

Seppure le mie foto non siano così soddisfacenti, porto con me l’emozione di quegli incontri e la certezza che sia stato quanto di più entusiasmante abbia visto in un safari. [leggi l’intero articolo su 34Parallelo.com]

Anastomus lamelligerus lamelligerus

openbill

Anastomus lamelligerus lamelligerus

Famiglia: Ciconiidae

Genere: Anastomus

Specie: Anastomus lamelligerus lamelligerus

Nome comune: Cicogna beccoaperto o Anastomo – Open-bill stork

Status: rischio minimo – 81-94 cm

Questo uccello dell’ordine dei CICONIIFORMES (Ordine di uccelli trampolieri con becchi molto robusti e lunghi, zampe affusolate, lunghe e code relativamente brevi. Abitano le zone lacustre, i laghi, gli acquitrini e la dieta principale è a base di piccoli rettili, insetti, anfibi e molluschi. Gregari, nidificano sugli alberi e si spostano in stormi giganteschi. In Africa sono presenti 8 specie differenti) è presente in tutto il continente africano ad eccezione della fascia meridionale e orientale che comprende una parte del Sudafrica, della Namibia e dello Zimbabwe. Vive in zone paludose, stagni e rive di laghi. Deve il suo nome dalla particolare conformazione del becco, adatto a estrarre la carne di lumache e bivalvi (Coelatura massambicensis) a volte senza nemmeno rompere il guscio. Si aggira nelle paludi sondando il fango con il becco, una volta individuata la preda, con il becco recide il muscolo che collega la lumaca al guscio anche scuotendo vigorosamente la testa. Altre volte raccoglie fino a 50 o 60 bivalvi e li distribuisce sulla spiaggia, lasciando al sole il compito di aprirli per poi tornare e cibarsene.

Piumaggio marrone-bluastro, zampe scure e becco grigio-giallo scuro.

Gregario e monogamo è facile osservare intere colonie, anche di 170 coppie, che volteggiano in cielo alla ricerca di nuovi spazi d’acqua. Nidifica in prossimità di acquitrini sui rami più alti degli alberi occupando vecchi nidi già utilizzati. La femmina depone fino a 6 uova in un nido costruito da entrambi i partner con erba, radici e piante acquatiche come Echinochloa, Phragmites e Polygonum senegalense. L’incubazione è di 21-30 giorni e i pulcini vengono alimentati fino al 42° giorno di vita. Lasciano il nido a circa 50-55 giorni di età.

Esiste una sottospecie endemica del Madagascar di cicogna becco aperto, classificata come Anastomus lamelligerus madascariensis.  © Stefano Pesarelli

Papio Cynocephalus: tre sottospecie.

Classe: Mammalia
Ordine: Primates
Famiglia: Cercopithecidae
Genere: Papio
Specie: Papio cynocephalus

Tre sottospecie: P. c. cynocephalus in Africa centrale e sud-est incluso Zambia a est del Luangwa, Malawi, nord Mozambico,  Tanzania; P. c. ibeanus si trove nel sud Somalia, a sud-est e sulla costa del Kenya; P. c. kindae a nord dello Zambesi e nell’ovest dello Zambia.

Le differenze tra le sottospecie:

– il colore della pelliccia alla nascita: nera nel P. c. cynocephalus, rossa nel P. c. kindae e bianca nel P. c. ibeanus.

– la forma della coda: il P. c. cynocephalus ha una caratteristica coda “spezzata”; la coda viene tenuta dritta quasi orizzontalmente e a una certa distanza ricade bruscamente, sicché sembra rotta. Le altre sottospecie hanno code con curvatura più dolce.

– le dimensioni: il P. c. kindae è considerevolmente più piccolo delle altre due sottospecie.

– la forma del pelo: il mantello di P. c. ibeanus ha i peli ondulati anziché dritti.

IUCN

Zambia: la civetta pescatrice di Pel (Scotopelia peli)

Pel’s fishing owl
Classe: Aves
Ordine: Strigiformes
Famiglia: Strigidae
Genere: Scotopelia
Specie: Scotopelia peli

Osservare questo Strigiformes mentre prepara la caccia ad una rana appena dopo il tramonto è quanto di più entusiasmante si possa osservare in un safari notturno. Come la maggior parte degli strigiformi, anche la civetta di Pel diviene attiva al calare della notte. Si alza in volo dal suo nascondiglio tra le fronde degli alberi, vola radente uno specchio d’acqua, individua la preda e l’attacca con i suoi grandi artigli, itornando tra gli alberi per consumare il pasto. Vista la sua enorme dimensione, che può arrivare anche a 61 centimetri, questa civetta si nutre di pesci, rane e piccoli coccodrilli. Senza un evidente dimorfi smo sessuale, la colorazione del piumaggio assume un colore marrone sul dorso ed un marroncino lievemente più chiaro sul petto. Le penne timoniere sono molto lunghe; il disco facciale più piccolo in  proporzione della taglia e artigli molto grandi adatti alla pesca e alle prede viscide.
Il periodo riproduttivo dipende dalla regione in cui vive, ma generalmente va da aprile a giugno. Il nido è una cavità degli alberi dove la femmina depone le uova e il piccolo viene allevato da entrambi i sessi per oltre 6 mesi. La civetta pescatrice di Pel è diffusa in tutta l’Africa sub-sahariana e anche se non si conosce con esattezza l’esatto numero, la deforestazione, l’inquinamento dei fiumi e il degrado dei terreni boscosi in riva ai fiumi potrebbero inserirla tra le specie davvero a rischio.   © stefano pesarelli  IUCN Red List.